Con grande sacrificio, giorno dopo giorno, provo a concorrere a costruire un’azienda in cui la pietra d’angolo sia il merito. Non è facile, ma è la strada che abbiamo scelto e ne siamo fieri.
Questa scelta mi consente di “vivere” professionalmente in un “esperimento sociale”. Sono il topo, insieme ad altri topi all’interno di un labirinto, osservati da un ricercatore.
Da noi, ci sono come coordinatori topi di 27 anni entrati come stagisti che gestiscono risorse umane di molto più “grandi” e progetti che –i nostri competitor – assegnano ad over 50. Lo fanno con grande professionalità e bravura, dimostrando a tutti, ogni giorno, di meritare il posto che ricoprono.
Da “topo” (e non da ricercatore) qualche cosa l’ho notata sui topini (stagisti) che vengono da noi:
1. Topini in fuga. Un numero non trascurabile di topini non regge questo sistema. Provenire da un contesto culturale in cui si dice tutti i giorni: “Il merito non viene premiato”, “Ah, se avessi una buona opportunità dimostrerei quello che so fare!”, “Io merito, ma nessuno crede in me!”, crea una dissonanza cognitiva molto forte e di difficile gestione per alcuni topini. Dover pensare: “Non riesco per colpa mia”, “Devo migliorare, non sono ancora in grado”, per alcuni topini, ormai abituati al vecchio modello è impossibile e preferiscono mollare e tornare nel rassicurante mondo de “la colpa è degli altri!”.
2. Volontà vs. Disciplina. Molti topini sono convinti che per raggiungere un obiettivo sia sufficiente la volontà: “lo voglio molto e lo otterrò!” Non sanno che per ottenere un obiettivo l’aspetto più importante è la disciplina. Trovare persone in grado di darsi “disciplina” è sempre più difficile. Le persone senza disciplina da noi durano poco, proprio poco, ma molti non capiscono neppure quale sia il problema.
3. Morti di feedback. Molti topini non sono capaci di valorizzare il feedback che ricevono, lo vivono sul piano personale e questo gli procura una grande sofferenza. Non riescono a costruire un Sé professionale distinto dal loro Sé personale. Conosco topini che non riescono neppure a prendere appunti quando ricevono un feedback, pensando che sia solo un rimprovero.
4. Colleghi e non amici. I topini giovani faticano a costruire una sfera di relazioni da “colleghi” e oscillano tra l’indifferenza e l’amicizia non riuscendo a trovare la chiave relazionale che gli consenta di crescere in un ambiente di lavoro.
5. Inconsistenza occupazionale. La maggior parte dei topini che passano da noi sono del tutto inconsistenti in termini di investimento occupazionale. Non hanno fatto nessun investimento per incrementare la propria occupabilità ma sono stupiti di non trovare lavoro. Ritengono di saper usare “bene” il computer,e poi non sanno fare delle tabelle con excel oppure hanno il CV completamente spaginato e pieno di errori di dattilografia. Inoltre, una volta presi per lo stage disinvestono ulteriormente, senza pensare che colmare le lacune sia un loro dovere.
6. Presunzione. Il 90% dei topini che passano da noi sono presuntuosi. Hanno un’opinione troppo alta di loro e questo fa fare molta fatica nel processo di apprendimento. In molti casi pensano che la prossimità anagrafica li ponga sullo stesso piano dei loro capi. In altri, pensano che il nostro lavoro sia fatto di “opinioni” e che tutte le opinioni abbiano lo stesso valore. Non capiscono che si tratta di metodo e di esperienza.
7. Impreparazione culturale. Quasi tutti i topini hanno grandi limiti culturali. Hanno letto pochi libri e non leggono quotidiani. Si interessano poco di politica e di questioni sociali. Ritengono la cultura generale di rango inferiore a quella specialistica, e soprattutto pensano che avere una laurea li renda “dotti”. La verità è che sono ignoranti camuffati da dottori. La cosa peggiore che si possa vedere in giro. Trovo anche che ci sia una significativa crescita degli errori grammaticali e di sintassi tra i topini.
8. Assenza di modelli. Molti topini non sanno cosa vogliono fare e non hanno un modello professionale. Questo non gli consente di concentrare le proprie energie, si sa: “Non c’è vento a favore per il marinaio che non ha direzione!”
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