“Ogni ottimista si muove nel solco del progresso, affrettandolo, mentre i pessimisti vorrebbero mantenere fermo il mondo. La conseguenza del pessimismo nella vita di una nazione è la stessa di quella nella vita di un individuo. Il pessimismo uccide l’istinto che richiede agli uomini di combattere contro la povertà, l’ignoranza ed il crimine, esaurendo tutte le fonti di gioia nel mondo.”
Helen Keller
La storia di Helen Keller è straordinaria. Molti l’hanno conosciuta tramite il film “Anna dei miracoli”. Helen a 19 mesi diventa cieca e sorda. Siamo negli ultimi anni del 1800. I genitori non si arrendono e l’affidano a Anne Sullivan che con impegno riesce a educarla e istruirla. A 10 anni riesce a parlare. Impara il Braille e a leggere in inglese, francese, tedesco, greco e latino. A 22 anni viene ammessa al college. Dopo due anni si laurea con lode.
Come avvocato si occupa dei diritti dei disabili.
Suffragetta, pacifista e socialista, viaggia in 39 paesi del mondo, si innamora del Giappone. Scrive undici libri. Tra cui “Optimism” da cui è tratta questa citazione.
Si occupa di politica, attivamente, nel Partito Socialista d’America. Sostiene il candidato alla presidenza Eugene Victor Debs durante tutte le sue campagne. Visita spesso i lavoratori, arrivando ad affermare: «Ho visitato i luoghi dove lavorano gli operai sfruttati, le industrie, i bassifondi sovraffollati. Anche se non li ho potuti vedere, li ho odorati.»
Nel 1964 riceve dal Presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson la Medaglia presidenziale della libertà, l’onorificenza civile più alta degli Stati Uniti d’America.
Helen muore a 87 anni, nella sua casa a Easton (Connecticut).
Non credo ci sia maestra migliore per spiegarci cosa significano ottimismo e pessimismo nella vita, nel sociale, nella politica di Helen Keller.