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  1. Simone

    Bellissimo articolo su un tema che mi interessa moltissimo. Io appartengo ad un generazione più recente rispetto alla tua (sono un classe 1986) ma mi ritrovo in tutto quello che hai scritto. Provo pena per le nuove generazioni e mi sento fortunato ad essere nato negli anni 80′. Ho 4 nipoti che vanno dagli 8 ai 16 anni e credimi so di cosa parlo. Sono cresciuto a pane e Goldrake (ma non solo) ed hai ragione: erano cartoni che ti insegnavano la differenza tra bene e male. Ti parlavano di amicizia, lealtà, coraggio e amore. Qualche perbenista o genitore iperprotettivo (i più dannosi per i figli) cercarono di vietarli per via della violenza, ma fallirono miserabilmente, per fortuna. Le nuove generazioni crescono con un Iphone da 700 euro in mano a 9 anni e passano giornate intere a seguire youtuber idioti o programmi scadenti. Non sanno cosa significa l’ amichetto che ogni pomeriggio ti viene a citofonare per chiedere se puoi scendere a giocare. Non hanno idea che si possa passare un intero pomeriggio in un parco giocando a pallone in un’ aiuola dove le porte sono state fatte con due giubbotti e due cartelle. Hanno FB,WhatsUp e tutto il resto, ma si vergognano di ordinare una pizza o di chiedere al cameriere un’ altra bottiglia di coca cola. Sono pigri e hanno un bassissimo livello di concentrazione. Anche la mia generazione passava ore ed ore per strada. Le comitive, le litigate, le corse a perdifiato per prendere l’ autobus, e frasi come “scusate posso giocare?” “Guarda devi chiedere a lui, è sua la palla.” sono un patrimonio di vita e di memoria che porto dentro di me e che mi fa apprezzare con la giusta moderazione tutte le innovazioni tecnologiche/sociali venute dopo. Avrei ancora molto da scrivere su questo tema, ma come te ho paura di annoiare chi legge e quindi mi fermo. Ti faccio i complimenti per il tuo articolo e spero che tu abbia apprezzato il mio contributo. Ciao

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