Ci piace pensare che le nostre scelte siano il risultato – esclusivo – della nostra volontà. A questo proposito, Ilya Prigogine – premio Nobel per la chimica nel 1977 – era solito citare nei suoi interventi una lettera di Einstein, rivolta a Tagore, in cui sosteneva: “Se alla luna fosse chiesto perché segua il suo eterno percorso attorno alla terra, essa potrebbe rispondere che lo ha scelto con autocoscienza, e che la decisione è stata presa una volta per tutte.”
Secondo Prigogine, seguendo lo stesso principio, siamo portati a sorridere perché sappiamo che questo percorso è subordinato alle leggi di Newton. Sempre per lo stesso principio, Einstein potrebbe chiederci di sorridere anche quando sosteniamo di agire di nostra iniziativa. “L’iniziativa sarebbe semplicemente un’illusione. Perché non c’è ragione per cui il determinismo – che si trova in natura – si debba arrestare davanti al cervello umano.” (Prigogine, 1999). Se adottiamo questo paradigma, di natura determinista, tutte le nostre azioni, le nostre scelte, sarebbero state contenute ed esplose all’interno del Big Bang.
Anche se questa prospettiva potrebbe non piacere, oggi sappiamo che grazie al lavoro di Prigogine la fisica ha cambiato paradigma. Il futuro ci appare come predeterminato se si commettono due errori: se ci si limita a studiare le situazioni di equilibrio e se si ignora che la maggior parte dei fenomeni sono non-lineari, ossia che in essi la somma delle singole cause non produce la somma degli effetti corrispondenti. Prigogine dedicò gran parte dei suoi studi ai sistemi in situazione di non equilibrio. Lì dove i sistemi si trovano davanti ad una biforcazione, ad un bivio, ad una scelta.
«La fisica del non equilibrio ci ha fornito una migliore comprensione del meccanismo della comparsa degli eventi. Gli eventi vengono associati alle biforcazioni. Il futuro non è determinato.» (Prigogine, 2003)
Sono state avanzate più prove dell’esistenza delle biforcazioni in numerosi ambiti disciplinari. Le biforcazioni sono momenti in cui un sistema “sceglie” una strada. Se pensate alla vostra vita quotidiana, non avrete difficoltà ad accettare come familiari concetti come il caos, i bivi, le biforcazioni, la complessità, la non-linearità.
«Il principio di “ordine attraverso le fluttuazioni” descrive come le strutture emergano lontano dall’equilibrio, dove non esiste un principio estremo globale. Il sistema “trova la sua strada” attraverso attrattori e repulsori, subendo transizioni critiche in seguito al cambiamento dei parametri d’ordine, determinato dalle fluttuazioni.» (Antoniou, 2003)
«Tanto più il sistema è complesso, tanto maggiore è il numero di possibili biforcazioni e quindi tanto più importante il ruolo delle fluttuazioni individuali.» (Pessa, 2003)
«Il caos è sempre la conseguenza di fattori di instabilità. Il pendolo in assenza di attrito è un sistema stabile, ma curiosamente la maggior parte dei sistemi di interesse fisico […] sono sistemi instabili. In essi una piccola perturbazione si amplifica e traiettorie inizialmente vicine divergono. L’instabilità introduce nuovi aspetti essenziali.» (Prigogine, 1999)