I primi giorni di Luglio, se tutto va bene, nascerà mia figlia. La mia prima figlia! Se avrà fretta di nascere, allora sarà di Giugno. Oggi siamo all’ottavo mese, siamo in ritardo su tutti i preparativi e non abbiamo ancora iniziato il “corso preparto”.
Per rimediare, ieri mattina, siamo andati all’ospedale S.Pietro, dove alle 11 si tiene una presentazione – per le future mamme e i futuri papà – dei servizi che offre la struttura. Eravamo 8 coppie. A spiegarci tutto un’ostetrica. Se ricordo bene si chiamava Cristina. Ci ha spiegato che per un’ora avrebbe risposto a tutte le nostre domande, e così è stato. Tante domande, su tanti argomenti: orari, procedure interne, anagrafe, abbigliamento… Tutti erano intenti a prendere appunti e a segnare le preziose informazioni che l’Ostetrica Cristina ci dispensava. Tra un’informazione e l’altra, un po’ di ironia.
Si scherzava sulle nonne e qualche papà provava a rivendicare l’importanza del proprio ruolo dentro il processo di nascita (con scarsissimi risultati, se non la silenziosa complicità di qualche altro padre più coraggioso degli altri).
Un tema però si è rivelato “divisivo”.
“Qui è possibile donare il cordone?” – chiede una futura mamma. “Si, è possibile” risponde l’Ostetrica Cristina, sorridendo.
“Ed è anche possibile conservarlo?” – chiede un’altra futura mamma. “Si, è possibile” risponde l’Ostetrica Cristina.
La diversa reazione dell’Ostetrica era evidente. Non a tutti, o forse, qualcuno voleva esplicitare il più possibile questa reazione. La domanda non è tardata ad arrivare: “E quale è la cosa migliore da fare? Donarlo o Tenerlo?”
A Cristina, secondo me, questa domanda capita tutti i sabato mattina alle ore 11:38, più o meno 7 minuti prima o dopo. L’ha dimostrato con l’eleganza di non rispondere direttamente, fingendo un imbarazzo che non aveva e che serviva solo a rimarcare: “questa è una domanda scomoda”.
Ha risposto con un parallelismo: il sangue. Donarlo o Tenerlo? Poi ha fatto capire che se tutti lo donassero, non servirebbe tenerlo.
Ho parlato di questo tema, prima di oggi, con tante persone. È un tema “divisivo”. Alcuni la pensano in un modo, altri diversamente. Altri ancora la pensano in un modo, ma dopo dicono “nel dubbio però noi l’abbiamo congelato”. Alcuni ti dicono: “non solo per il bambino, ma ricerche dicono che potrebbe servire anche a noi, o al fratello”.
Conosco coppie che lo hanno donato e coppie che lo hanno tenuto. Per tenerlo bisogna servirsi di una ditta svizzera o inglese (o di altri paesi) che si occupa di tutto e per circa 20 anni lo conserva, in modo tale che se tuo figlio avesse una grave malattia curabile con le cellule staminali…
Si, perché il cordone è pieno di cellule staminali. Si, perché sembra che la ricerca, ogni giorno, scopra un nuovo prodigio possibile grazie alle cellule staminali. No, gli utilizzi concreti sono ancora pochissimi sull’uomo. Si, giusto! e chi lo sa dove arriverà la medicina…
Il costo è di circa 2.000 – 2.500 €. Ma cosa sono questi soldi davanti alla possibilità di guarire un figlio dalla cecità, un tumore del sangue o altre decine di malattie terribili e mortali.
Questo è quello che si legge sulle brochure delle ditte che offrono questo servizio. Questo è quello che si legge sul volto delle mamme quando si parla di questo argomento.
Il gioco è questo: esiste una lotteria della vita, in cui il biglietto costa 2.500 €. Tu speri di non dover mai giocare, ma quando senti dei brutti discorsi corri con la mano alla tasca dove tieni il biglietto e pensi: io ho il biglietto.
Una strada con un bivio: donarlo o tenerlo?
Lo dico prima: 2.500 € non mi cambiano la vita, per fortuna mia sono completamente disattento all’aspetto economico e me lo posso permettere. Lo dico prima: il problema è etico.
Appena nata, mia figlia, sarà al suo primo bivio. A destra, mettere il cordone e il sangue in esso contenuto, in una scatoletta, dentro una borsetta e spedirlo in Svizzera o in Inghilterra, dove in un freezer sarà conservato qualora a lei serva. A sinistra, la possibilità di donarlo ad una banca delle staminali e metterlo a disposizione di altre persone a cui potrebbe servire. Donarlo non significa essere sicuri di riceverlo poi se ti servirà.
Con Lavinia, abbiamo deciso che – insieme ad Alice – gireremo a sinistra. Non vogliamo che la prima scelta della vita di nostra figlia sia un gesto di egoismo. Se tutti lo donassero conservarlo non servirebbe a nulla. Se tutti lo donassero, il mondo sarebbe migliore.
Insieme a Lavinia e ad Alice ci piace l’idea di camminare verso un mondo migliore.
Una scelta molto “o yeah” che non condivido, ma che comprendo. Saluti dall’ Asinograsso.
I liked it… 😉