Proviamo a fare un esperimento, un tempo si sarebbe detto di Psicologia Sociale. Prendete tre italiani. Fatto? Ecco, metteteli in una cucina e chiedete loro di preparare – insieme – un piatto di spaghetti alla carbonara. Fatto? Se lo avete realmente fatto starete assistendo a una scena interessante. Tre italiani producono almeno quattro ricette diverse e nessuno è disponibile ad accettare la ricetta proposta dagli altri due. Tra uova cotte e crude, parmigiano o pecorino, uovo intero o solo il rosso, guanciale o pancetta, con o senza aglio, con l’uovo sbattuto con la forchetta o con la frusta, con o senza vino bianco… un putiferio di diversità di vedute. Dice un antico proverbio yiddish: “Due ebrei, tre opinioni”, credo possa valere benissimo anche per noi italiani.
Osservate bene i nostri tre italiani. La cosa che ci colpisce non è tanto la diversità di vedute, quando – piuttosto – il fatto che ciascuno ritenga il proprio punto di vista la verità assoluta. Non ci colpiscono le argomentazioni ma la forza con cui queste vengono portate. Per quanto il problema sia marginale (non c’è nulla come premio e dopo aver mangiato la pasta insieme possono anche scegliere di non rivedersi mai più) la tensione è alle stelle. Osservateli mentre discutono animatamente senza giungere a nessuna conclusione. Non sfuggirà all’occhio più esperto tra di voi, che il problema alla base dell’incapacità di trovare una soluzione comune sia legata al fatto che essi considerano il problema in termini assoluti (fare “la carbonara”) e non in termini relativi (preparare “una carbonara”). Trasformando un piccolo problema in un grande problema ideologico. Facendo saltare tutti i criteri di valutazione, perché il tema è diventato “la carbonara ideale”, e – si sa – l’ideale è un tema difficile da gestire.
Ma lasciamo i nostri tre italiani ad azzuffarsi in cucina, senza giungere a nessuna soluzione e occupiamoci del secondo difetto.
Un po’ di anni fa, conobbi un tizio molto simpatico, un americano che aveva lavorato in mezza Europa e – per molti anni – in Italia. Mi disse: “ora ti racconto una storiella che ti spiegherà meglio di tante parole cosa ho capito degli italiani”, e iniziò a raccontare.
Dio, ogni anno a Natale, decide di fare dei miracoli aiutando delle persone bisognose a essere più felici. Dio appare ad un povero brasiliano e gli chiede cosa vorrebbe. Il brasiliano lo guarda sorridendo e gli dice: “Vedi quella famiglia che vive in quella grande villa? Quella con la piscina e il giardino? Ne vorrei una uguale per me e la mia famiglia” E Dio lo esaudì. Poi decide di apparire ad un americano, anche a lui chiede cosa vorrebbe. L’uomo gli indica un ricco businessman e gli dice: “Vedi quell’uomo così ricco? Bene, io vorrei avere una azienda più grande della sua!” Anche in questo caso Dio lo esaudisce. Poi Dio sceglie di apparire a un povero italiano e gli chiede: “Cosa vorresti per essere felice?” E l’italiano gli risponde: “Vedi quella famiglia così ricca? Con quella bella villa e quella bella azienda? Beh, io voglio che loro diventino poveri come me!”
Quante volte avete sentito anche voi le parole “mal comune mezzo gaudio”? In tedesco, esiste una parola: “Schadenfreude” che significa “piacere provocato dalla sfortuna” (altrui). La parola è l’unione di schaden (danno) e di freude (gioia).
Mettete insieme l’incapacità di relativizzare i problemi (procedere per passi, risolvere le questioni e andare avanti) con la gioia per la sfortuna degli altri e avete trovato due dei difetti che meno sopporto in noi italiani.
P.S.
Comunque se volete mangiare la migliore carbonara del mondo vi consiglio di provare quella di Alessandro Pipero, all’hotel Rex di Roma.
Post molto veritiero, che ben rispecchia un lato di grande povertà interiore tipicamente italiana. Comunque i tedeschi sono un popolo superiore, hanno anche una parola per quando si prova imbarazzo per una situazione che non coinvolge in prima persona, ma non me la ricordo.
Un popolo, come quello tedesco, che ha il pragmatismo e la semplicità, pure a dispetto di ogni velleità artistica e letteraria, di chiamare la sua maggiore azienda “macchina tedesca” (Wolskwagen), non può che essere un popolo superiore. E, mi hanno spiegato, che hanno due parole diverse per distinguere lo stesso oggetto (l’ombrello) nelle sue due funzioni di riparare dal sole e riparare dalla pioggia mentre la parola italiana è tutta spostata sul primo significato (o meglio sul suo complemento, ombrello: che fa ombra). A parte gli scherzi, la nostra tendenza ad “ideologizzare” qualunque questione è veramente di serio impedimento alla nostra crescita. Aiuto!